SCICLI – Schiacciante predominanza di bianco e nero. Ed in effetti, sarà il b/n a vincere contro il colore, 21 a 9, nelle foto che Tonino Trovato esporrà in una propria mostra personale dall’10 al 30 giugno prossimi.
Tonino è fortemente e meglio conosciuto con il proprio e vero e nome d’arte di “Ricciolino“, una eredità nominale dovuta al proprio papà, presenza conosciuta nella realtà sociale della città di Scicli ed appunto nominato “Ricciolino” per la sua capigliatura.
Oggi, quel nome speciale è diventato il nome d’arte di un ‘ragazzo’ che ha davvero trovato nella fotografia la propria ragione d’essere.
10 anni di foto: dalla speleologia alla ricerca del particolare
Scatta da almeno 10 anni. Ed anzi questa mostra festeggia proprio i suoi 10 anni di attività fotografica. Che, nell”ultimo anno, ha avuto anche una funzione più grande, più potente: di far vedere a “Ricciolino” l’esistenza di un futuro davanti a se.
Perchè un momento difficile nella propria vita, si è ancora di più innamorato della fotografia. Ancora di più come mezzo di espressione del proprio essere e della propria idea di vivere.
D – Come sei arrivato alla fotografia?
“Sono arrivato alla fotografia dalla speleologia – ci dice. In realtà il mio hobby era la speleologia ed avevo davvero voglia di raccontare a chi stava “su” quello che c’era “giù”. Devo dire che ci ho provato ma fotografare sottoterra è impegnativo perchè per avere dei risultati accettabili, devi portare attrezzature importanti per dar luce al sottosuolo. Ma da quella voglia, forse inespressa allora, è cominiciata la mia strada con la fotografia“.
D – E dopo le prime prove con la speleologia, cosa hai fotografato?
R – “Il mio intorno. Il mio scenario è stato appunto ciò che vedevo in giro. L’ho fatto con la mia prima macchina fotografica, una Nikon di seconda mano. L’ho presa di seconda mano perchè volevo vedere davvero se questa spinta a guardare il mondo da dietro una macchina fotografica, era passeggera o più resistente al tempo”.
D – E’ stato molto resistente, diciamo, visto che sono ormai 10 anni di fotografia praticamente giornaliera. E ricordi la prima foto?
R – Si. E’ stata una sedia rossa, appoggiata ad un muro, in una delle stradine che vanno verso San Matteo (la chiesa panoramica che sovrasta la città di Scicli, ndr)(per la foto, vedi dopo).
D – Verso chi fotografa, una domanda costante a volta banale, è: “Cosa è per te, appunto, la fotografia”?
R – Molto semplicemente, la fotografia mi piaceva. Vedevo la realtà dentro il mirino e trovavo il senso di questa realtà. Sai, forse sono anche un po’ timido e andare in giro con la macchina fotografica e fotografare, mi ha aiutato magari anche a sbloccarmi un po’.

Macchina fotografica sempre presente
Ed in effetti, Tonino è praticamente sempre con la macchina fotografica. Ha una Ricoh che porta sempre con se. Nello zaino, la Ricoh non manca mai. E l’occasione di fare una foto, è sempre dietro ogni angolo, davanti ogni pietra, accanto ogni persona, a lato di ogni strada.
Io ho avuto modo di vederlo all’opera ed è capitato di notare che si allontana perchè attratto da un particolare cui gira attorno e fotografa. E dopo, quando guardi la foto, ti rendi conto che non avevi mai notato quel rapporto tra colore e forma, pur magari essendo passato decine di volte da quel posto.
D – Tonino, però tu preferisci di molto il bianco e nero. Perchè?
Non lo so, ma mi piace. Ho la sensazione che così si possa entrare dentro l’anima delle cose e delle persone. Sai, con il colore mi pare si guardi l’insieme, con il bianco e nero guardi i particolari, ci si concentra
D – Ma tu fotografi in bianco e nero già all’origine o è un lavoro che fai a posteriori, al computer?
R – Fotografo a colori ma la mia mente già vede ciò che guardo in bianco e nero. Non faccio molti ritocchi al computer. Rispetto l’immagine che vedo, cerco i particolari. Oggi devo dire che il bianco e nero è il mio ‘marchio” se così si può dire e chi vede una foto in bianco e nero capisce facilmente che è una mia opera.




Imbucato ai Matrimoni. Per la ricerca del particolare: anche qui
Accanto alla normalità di tutti i giorni, di strada, fotografata per farla diventare speciale, Tonino spesso si ‘imbuca’ nei matrimoni.
Non che vada ai ricevimenti, ma se passa e vede il sagrato della chiesa pieno di ospiti e gli sposi, si ferma e fotografa.
Per questioni di privacy, evitiamo di pubblicare foto di questi sagrati cerimoniosi che abbiamo visto. Ma sono foto davvero speciali, che fanno vedere particolari anche emozionanti. Diciamo che se un fotografo professionista di matrimoni riprendere la “scena”, Tonino immortala la ‘realtà’.
In effetti ho fatto delle prime foto in una cerimonia di matrimonio da un amico che me lo ha chiesto. Lui non aveva il ‘fotografo da matrimonio”. E li ho trovato anche questo nuovo modo di raccontare tramite questi particolari che riesco a vedere, la storia e quella giornata
D – “Ma in 10 anni, sei cambiato? E’ cambiato qualcosa”?
R – “Forse il fatto che le foto, adesso, mi piacciono. Nel senso che prima avevo sempre il dubbio sul risultato. Oggi sono molto più sicuro, so cosa verrà fuori, so del perchè di quella inquadratura. Cerco il particolare e so come fermalo prima che scompaia”.
D – Altra domanda usuale: qualche foto speciale che ricordi?
R – Ho fatto delle foto a dei disabili, nella loro vita in strada, nei giochi, nel rapporto con la realtà. E’ stato un argomento che ho voluto evidenziare, cui mi sento sensibile e che volevo contribuire a far conoscere
D – La mostra è un modo di far conoscere la tua opera. Le tue opere sono anche in vendita e so che diversi tuoi scatti sono stati acquistati come oggetto d’arredamento. E cosa hai in itinere, in serbo?
Io vorrei che la mia vita fosse con e nella fotografia. Vorrei lavorare nel mondo della fotografia. Far vedere anche i back stage delle varie manifestazioni, accanto alle foto per così dire, ufficiali. Mi piacerebbe farlo anche nei matrimoni, per mettere in evidenza la bellezza e l’eleganza visti in una maniera più vera, più reale. La fotografia, oggi più che mai è la mia Vita.
“Nel futuro – continua Tonino – vorrei pubblicare un mio libro, un racconto mio. E’ in preparazione e spero di riuscire a completarlo. Ho partecipato ad altri libri collettivi fornendo delle mie foto. Ma “il mio libro” dovrà essere diverso”.
La mostra che prende il via sabato 10 giugno a Scicli, nei locali del Circolo Culturale “Bracati”, è la seconda mostra del “Ricciolino” e vedrà 30 fotografie a segnare un percorso davvero di vita.
Curata dal maestro Carmelo Candiano e da Carlo Nardelli, è stata intitolata “Visioni” ed avrà la sua inaugurazione appunto Sabato 10 giugno alle ore 19 nei locali del ‘Brancati” in pieno centro storico a Scicli in via Aleardi. Sarà per tutto il mese di giugno, aperta giornalmente in orario serale.
E se mentre la visitate vedere uno che si aggira fotografando, quasi senza farsi vedere, leggero e poco invadente, beh tranquilli che sarà Tonino: più che la mostra, avrà voglia di fermare l’attimo fuggente visto attraverso lo schermo della sua macchina fotografica.























