PALERMO – La Pasqua di quest’anno in Sicilia è stata funestata.. dal libero mercato: il prezzo dei biglietti aerei è esploso.
Questo ha portato a difficoltà di rientro di residenti Siciliani domiciliati fuori dell’Isola e al calo dei turisti che hanno scelto di passare, magari in week end, in Sicilia.
Trend turistico in Sicilia
In generale, il trend per il Turismo in Sicilia, pare positivo. Secondo i dati presentati alla Bit di Milano, nelle strutture ricettive siciliane, a fine 2022, si sono contati oltre 4 milioni 858 mila arrivi (+56% rispetto al 2021) e 14 milioni 700 mila presenze complessive (+51,7% rispetto al 2021), di cui circa 6,4 milioni straniere (il 43,5% del totale).
Particolare il caso delle presenze stranieri con un +136% sull’anno precedente, mentre è più contenuta per il turismo interno con ‘solo’ +18,9% le presenze degli italiani a fine 2022.
Questo anche grazie al progetto ‘SeeSicily’ per cui la Regione Sicilia ha speso 75mln€ con cui ha acquisto da agenzie viaggio e pernottamenti pacchetti con cui ha poi offerto un giorno gratis ogni 3 prenotati.
Ma perchè il caro biglietti-aerei? E’ il mercato, bellezza!
Intanto è da dire che è un fenomeno mondiale. Un caro biglietti che ha sbigottito chi era abituato a pensare, da noi, al Catania-Londra a 19,99 ed adesso arriva anche a 250€. Negli USA, a fronte di una inflazione media dell’8%, i prezzi dei biglietti aerei sono cresciuti del 25%.
Ma è un problema di libero mercato. Infatti dopo una domanda di voli evaporata nel periodo covid, dal 2022 e soprattutto nel 2023 la domanda è esplosa. Se la domanda sale, però, l’offerta di voli langue.
Durante il covid, le compagnie aeree hanno ridotto il numero del loro personale. Questo ha oggi ridotto il numero di voli che è possibile effettuare e che era diventato enorme fino al 2019.
Questo ha fatto si che ad una domanda di voli rimbalzata non ha coinciso una coerente offerta di voli. Il che ha fatto alzare il prezzo: meno voli ci sono, più ti costano.

Il costo del carburante, guerra Ukr_Rus e sanzioni
A questo si è aggiunto il problema del caro carburante. Che è iniziato ben prima della contesa Russia-Ucraina perchè, sempre dopo il covid, c’è stato un rimbalzo della economia mondiale che ha chiesto enormi risorse di energia per funzionare. Già dal 2021, il costo delle materie prime energetiche, è andato alle stelle.
Poi, con la folle guerra Russo-Ukraina e, soprattutto, causa le altrettanto deleterie “sanzioni”, il tutto si è aggravato. E questo, ovviamente, ha fatto aumentare il prezzo di gestione e, quindi, dei biglietti.
La guerra ha poi costretto molte linee aeree ad allungare il percorso. Esempio da Londra a Delhi, adesso non puoi passare da Russia e Ukraina. E costa di più. Non potendo caricare l’intero eccesso di costo in quel biglietto, le compagnie lo spalmano su tutte le altre loro rotte.
C’è poi un altro fattore ‘di mercato’. Ovvero che molte delle compagnie low cost che affollavano i cieli nel 2019, sono fallite. Il lievitare dei costi ha semplicemente fatto fallire molte delle compagnie aeree la cui presenza e concorrenza aveva fatto tagliare drasticamente i costi dei voli. Quindi oggi meno compagnie aeree coprono le tratte e, anche qui di conseguenza, i costi aumentano.
I prezzi scenderanno?
Secondo molte analisi, si. Sempre in America, dove i numeri vengono studiati e considerati, in Gennaio 2023 i prezzi erano giù del 1,4% rispetto al mese precedente che, a sua volta, aveva una certa diminuzione rispetto al precedente.
Quindi è questione di dare il tempo al libero mercato, alla domanda ed offerta, di riposizionarsi rispetto alle nuove condizioni. In linea di massima, meno domanda c’è perchè i biglietti sono cari, più le compagnie tenderanno ad avere prezzi meno cari. E più concorrenza c’è, meglio è.





E dai noi? Oggi serve collaborazione e non concorrenza
Da noi la situazione è tendenzialmente la stessa con della peculiarità: perchè qui o arrivi in aereo o praticamente non arrivi. La domanda turistica, abbiamo visto, è considerata alta. Per l’estate si prevede un afflusso notevole nella nostra Terra.
Ma alla fine, il turista guarderà il valore del ‘pacchetto’ che dovrà pagare per le sue vacanze. Così se il costo del biglietto è per adesso caro, per stare in equilibrio dovrebbe essere oggi meno cara la quota della permanenza in loco.
Così le tariffe di alberghi b&b e simili, dovrebbero tenere conto del costo totale e riparametrare l’offerta. Gli stabilimenti balneari devono tenere bassi i loro costi per, esempio, combattere cifre che si sentono in Versilia ed attirare clienti.
Similmente ristorazione ed accoglienza, dovrebbero interpretare il loro ruolo in maniera collettiva e strategica.
Anche da parte dei Comuni
Ruolo che dovrebbe essere ricoperto anche dalle pubbliche amministrazioni.
Accanto all’agevolazione burocratica delle attività imprenditoriali per essere ulteriormente competitivi esempio potrebbe essere abolita, magari temporaneamente, la tassa di soggiorno.
Ci sono città, Noto ad esempio, che hanno una tariffa giornaliera, per b&b, di 3€ (5 per gli hotel di lusso). Uno sproposito per una famiglia di 4 persone che deve pagare, solo per stare a Noto, 16€ al giorno. Ovvio che in molti preferiscono andare a stare nella vicina Avola e poi fare un giretto a Noto, magari senza lasciare una lira se non un caffè.
Insomma, essere flessibili e comprendere le dinamiche del mercato è necessario. L’idea che ‘i soldi’ crescano sugli alberi, è deviante specie per molta parte del popolo siciliano spesso più adattatosi a lamentarsi, chiedere ed elemosinare, piuttosto che agire e re-agire.
L’ombelico del Mondo
Un ruolo importante dovrebbe essere delle pubbliche amministrazioni che hanno tempo, risorse, forse anche competenze, per la pianificazione turistica di cooperazione. Concetto che però è assente praticamente in tutte.





Avere belle e tradizionali feste patronali o il barocco lasciato dai nostri avi, non basta per attirare turismo, cioè ricchezza. Fermo restando che si possa far conoscere seriamente e bene, nel Mediterraneo comunque tale bellezza ricopre migliaia di kilometri di coste e di territorio.
Ma accanto alla ‘bellezza’, se venire qui costa 1000€ e per lo stesso tempo con 500€ posso andare in Grecia, Croazia, Albania, Marocco, Egitto, qui verranno solo i ‘residuali’.
Guardare al proprio ombelico come il centro del mondo è l’errore più comune di in troppi fanno ma che forse paga nel “piccolo orto di casa“.