SCICLI/DONNALUCATA – La Finlandia ha 5,5 milioni di abitanti, simile alla Sicilia (ufficialmente ‘noi’ siamo 4.802.016, secondo Istat 2022 ma illegali non conteggiati).
Certo, “loro” sono distribuiti su un territorio di 530.000 kmq e “noi” su 25.832 kmq. Cosa che porta “loro” ad una densità di popolazione di 18 ab. per kmq e “noi” balziamo a 185,89 per kmq. Vero è però poi che i finlandesi si concentrano praticamente tutti al Sud del Paese dove il clima è più gestibile, per cui il dato della densità effettiva cambia.
Per loro fortuna – e capacità come Popolo – sono passati dall’essere uno dei Paesi meno ricchi ed industrializzati d’Europa, ad uno dei più ricchi del Mondo. Probabilmente hanno più capacità di reagire e costruire invece di lamentarsi ed aspettare.
Ciò li ha portati ad avere un reddito pro-capite di quasi di 50.000$/anno rispetto ai 17.400$ circa dei siciliani. Nel 2010, la rivista NewsWeek l’ha definita il ‘Paese migliore del Mondo“.
Finlandia nel Mondo ed in Sicilia
A parte i dati geografici, la Finlandia è recentemente apparsa più volte sulla scena internazionale. E pure sulla scena sicula.
Per la guerra russo-ukraina, purtroppo, la Finlandia ha abbandonato la sua tradizione neutralità per diventare “socia” della Nato; qualche giorno fa ha avuto delle elezioni che hanno fatto ‘scalpore” perchè ha vinto la Destra ed i partiti euroscettici, scalzando la simpatica – e bella – Sanna Marin; qualche settimana fa, poi, è stata per le 6^ volta consecutiva proclamata il “Paese più felice del Mondo”.

Qualche mese fa, per arrivare alla Sicilia, una famiglia finlandese ha detto che il sistema scolastico italo/siciliano faceva davvero pena ed a preso armi e bagagli” per trasferirsi, come hanno detto, da Siracusa in Spagna. Cosa che ha fatto parlare la Sicilia, l’Italia e pure la Finlandia.
C’è chi va e chi viene per ‘amore’
Insomma, andare via dalla Finlandia deve essere davvero difficile. Eppure c’è chi l’ha fatto con scienza (e poi vedrete perchè) e coscienza.
Ed ha trovato da noi una sorta di ‘amore’ che l’ha portato a decidere di vivere i mesi invernali nella nostra Terra. Non solo perchè il nostro clima è dolce ed accogliente. Ma perchè amichevole, verace ed accogliente è la sua Gente.
Ecco allora una intervista a Virginie e Tomi, lei francese trasferita da anni in Finlandia; lui finlandese con ottima conoscenza di Francia e francese.
Insieme hanno deciso di trovare in Donnalucata la loro ‘seconda casa’ dove trascorrere gli inverni lontani da un Paese, felice si, ma dove il “Generale Inverno” è difficile da combattere con tanto grigio e poca luce che può portare anche alla ‘depressione’.
Una bella intervista dove si mettono in luce i lati positivi della nostra società ed anche qualcuno negativo. Perchè spesso sono gli stranieri a notare “cose” che per i locali, abitudinari, paiono ‘normali’ ed accettabili.
Intervista a Virginie Loÿ e Tomi Ristola – by Maurizio La Micela
Domanda – Virginie, lei è Francese si è trasferita in Finlandia. Come è stato per una persona, comunque mediterranea, trasferirsi in un Paese dell’estremo Nord Europa?
Virginie – Non è stato facile all’inizio. Era il 1993 ed il periodo non era dei migliori per la crisi economica mondiale che il Mondo stava attraversando. In quel periodo avevo una bimba ancora piccolina e con il mio ex marito i progetti non erano di un trasferimento definitivo in Finlandia. Io ho sempre pensato che fosse un momento temporaneo. Tra l’altro ai tempi la Finlandia non era ancora nell’Unione Europea, io non parlavo ovviamente finlandese quindi all’inizio non è stato facile. Quando mi sono resa conto che la mia permanenza in Finlandia sarebbe stata più lunga del previsto, ho deciso di cambiare atteggiamento. Avevo capito che se non avessi fatto proprio questo cambio di mentalità, sarebbe stato ancora più difficile. Ho quindi cominciato a pensare la mia vita “la”, a pensare di avere amici e di vivere la mia vita pienamente
D – Quale è la strategia per adattarsi a vivere in un Paese straniero? Cosa si deve fare? Devi adattarti a ciò che mangiano, ciò che pensano?
V – Penso che la cosa che aiuta di più e di essere aperti di mentalità e curiosità. Io sono molto curiosa: quando non capisco qualcosa, semplicemente domando. E domando alla gente del posto. Ricordo che una delle prime volte qui in Sicilia, eravamo a Licata. E non trovavamo un locale per mangiare. Io ho visto un signore ed ho chiesto: “Scusa, lei dove va a mangiare?”. E subito ci siamo trovati nella trattoria migliore, in una piccola strada, qualcosa che forse da soli non saremmo riusciti a trovare.
D – E’ quello che oggi si chiama “integrarsi”, riuscire a capire la nuova realtà in cui ci si trova.
V – Si. Significa essere aperti a capire che le cose saranno diverse. Che non significa che debbano essere ‘peggiori’. Anzi, spesso vuol dire che sono ‘migliori’.
D – Quindi dopo essere passata, in particolare lei dalla Francia alla Finlandia, poi avete deciso questo passaggio in Italia. Ecco, come avete deciso, perchè lo avete deciso
Tomi – In passato avevamo trascorso due, tre mesi in Francia durante l’inverno per qualche anno. Era anche un modo per imparare il francese per me. E durante quel periodo abbiamo pensato sarebbe stato interessante passare qualche tempo in Italia.




D – Ma conoscevate già l’Italia per averla frequentata?
T – Io in effetti no. Virginie si, per i suoi studi
V – Si, io ho studiato a Perugia all’Università a 18 anni. Ed anche quando ero in Francia ero comunque in contatto con amici italiani a Torino, Anzio. Questo mi ha permesso di fare piccoli viaggi. E questo mi ha dato un amore per la Cultura, per il Paese. Un interesse per questo Paese.
T – Io ho anche avuto rapporti di lavoro con gli italiani (Toni è un Ingegnere nel settore della logistica, ndr). E quando abbiamo deciso di venire qui, stavo seguendo un grosso progetto con AlmaViva (AlmaViva è una società leader nel settore della trasformazione digitale, ndr) che aveva la durata di 3 anni. E’ stata l’occasione per decidere di venire in Italia per seguire più da vicino questo progetto che comunque avevo già iniziato in Finlandia.
D – Però diciamo che la Francia ha un clima ed uno stile di vita certamente più mediterraneo. Come avete deciso, specialmente lei Virginie, di origine e nazionalità Francese in Finlandia, di mollare la Francia per passare in Italia. E poi parleremo di come siete arrivati ai confini Nord dell’Europa in Sicilia, a Donnalucata 🙂
V – Dunque, vediamo. Possiamo dire che è proprio a causa del fatto che io sono Francese 🙂. In realtà io ho vissuto quasi 30 anni fuori dalla Francia. E devo dire che sono molto critica con il mio Paese. Avevamo fatto 3 o 4 inverni in Francia, Tomi parlava già abbastanza bene il francese ed abbiamo cominciato a pensare di spostarci altrove. Pensavamo al Portogallo, alla Spagna. Poi è arrivato questo progetto con Almaviva e questo ci ha spinto a pensare all’Italia.
D – Vabbè, diciamo che l’Italia è una cosa, ma la Sicilia è altro. Come avete scelto qui? Più lontano di qui non potete andare: il prossimo passo è letteralmente il mare. Come ci siete arrivati?
T – Lei ha fatto un excel 😀
D – Come ha “fatto un excel”? (foglio di lavoro per analisi numeriche, ndr)
V – Io ho fatto un foglio excel, un metodo scientifico 🙂. Ho messo nel foglio un periodo che all’inizio era da Dicembre e Febbraio. Ed ho inserito le aree dove era più caldo, dove pioveva di meno, dove il clima era più sereno.
D – Ma a livello Europa, Mondo?
V – No. in Italia, solo per l’Italia. E secondo questo metodo ‘scientifico’, siamo passati a fare una verifica sui luoghi che erano emersi per noi più interessanti. Allora abbiamo deciso di trasferirci per 3 mesi.
T – Prima per sette settimane in Puglia..
V – Sì. Anche qui lo abbiamo fatto scientificamente: abbiamo deciso di fare la metà in Puglia e la metà in Sicilia. E per la Sicilia siamo venuti qui, e siamo stati fortunati.
D – Anche qui: la Sicilia è una cosa, Donnalucata è un’altra. Come avete trovato questo ex villaggio di pescatori, di 3000 circa abitanti che se non si conosce devi “allargare” bene Google Maps per trovarlo 🙂
(mentre parliamo di questo, Toni indica con la mano che lui non ne sa niente e, simpaticamente, sottolinea che è stata tutta una analisi ed una scelta di Virginie 🙂)
V – E’ stata un po’ di fortuna ma anche di ricerca di informazioni. Esempio dove avremmo potuto vivere con il cane (hanno un beagle di 13 anni che è anche lei giro con loro per l’Europa, ndr), luoghi comunque abitati anche d’inverno. In Puglia, esempio, ci sono villaggi che sono abitati solo durante l’estate, solo per le vacanze. Infatti quando abbiamo trovato il primo appartamento qui, io ho telefonato al proprietario ed ho chiesto se c’era un supermercato, negozi per comprare la frutta. All’inizio ho fatto anche un giro virtuale con Street View per capire la zona. E siamo stati fortunati. Il primo proprietario che abbiamo incontrato era molto simpatico, la casa era adatta con riscaldamento.
D – Insomma alla fine è stato il caso. La Sicilia è grande, ha 5 milioni di abitanti
V – Si, sarebbe potuto essere anche vicino Trapani, per dire. Ma c’è da dire che avevamo capito appunto che la Sicilia è grande. E quindi anche se ci fermavamo in un posto, potevamo spostarci, fare dei week end da qualche altra parte.
T – Importante era anche non avere un aeroporto troppo lontano. Catania era ottimo perchè con poco più di un’ora di strada puoi arrivare.
D – Ma la prima volta siete venuti in aereo o in macchina?
T – Siamo venuti in macchina
V – Sì, abbiamo fatto tutta l’Italia e siamo andati per 7 settimane a Lecce. E da lì in macchina abbiamo visitato la Basilica, la Calabria. Ed in ogni caso, quando torniamo in Finlandia, sempre in macchina, rifacciamo tutta l’Italia a salire ma facciamo sempre percorsi diversi.
D – Ma avendo “testato” la Puglia e poi la Sicilia, cosa vi ha fatto decidere per la nostra Terra? Alla fine, proprio Sicilia e Puglia sono molto simili come territorio: molto mare, olivi, campagne molto simili alle nostre. Cosa vi ha fatto decidere?
T – Beh, Lecce era una grande città (Lecce ha 94.500 abitanti, ndr). L’appartamento che avevamo trovato era al centro della città. Tutto era diverso da qui.
D – Quindi cercate una sistemazione in un’area più tranquilla, meno frenetica…
T – Sì, ed anche “close to the sea” (vicino al mare) 🙂
D – Quindi avete fatto 7 settimane in Puglia, a Lecce e poi direttamente siete venuti qui, a Donnalucata
V – Si
“Senza la gente, i posti non sono niente”




D – Come avete interagito con questa nuova realtà. Avevate già una casa in affitto?
V – Sì, avevamo un affitto per le 7 settimane per cui volevamo restare. E dopo 7 settimane conoscevamo già tutti – ride Virginie. Perché qui è piccolo. La prima volta avevamo un appartamentino al centro. Ed in inverno non ci sono molti stranieri in giro, stranieri anche con il cane. Così abbiamo conosciuto un po’ tutti, da Dario (titolare di un supermercato, ndr) al panificio, al venditore di frutta e verdura. E poi è anche facile ricordarsi, perchè qui tutti si chiamano o Salvatore o Giuseppe 😀
D – Sì, qualche Guglielmo o Memmo c’è pure 🙂. E quindi questo rapporto con la popolazione locale è stato tranquillo, bello, buono?
V – Sì. Ed è la cosa più importante: senza la gente, i posti non sono niente. E se devo dire, purtroppo ho incontrato un posto, in Sicilia, dove non andrò mai più. Perché la gente non si è dimostrata ospitale.
(D'accordo con Virginie e Tomi, abbiamo deciso non di rivelare il nome di tale città, che è comunque dall’altra parte della Sicilia rispetto a noi. Lo facciamo perché, giornalisticamente parlando, dovremmo andare a sentire l’altra versione per una più completa analisi. E d’altra parte, una generalizzazione potrebbe essere eccessiva. Ciò che è però è importante e fondamentale, per noi che di turismo ci occupiamo ed in un certo senso vogliamo far crescere questo settore, sono le motivazioni che hanno portato Virginie e Tomi, persone aperte e certamente più che flessibili, ad avere un tale rifiuto e ricordo di quella città)
V – E sai, non è stata solo una esperienza. Lo stesso atteggiamento lo abbiamo trovato negli alberghi, nei ristoranti, tra le gente per strada.
T – E’ una città molto turistica e così hanno un atteggiamento poco accogliente, freddo, in stile ‘business’.
V – Credo che loro pensino: “Questi sono turisti, oggi vengono e poi se ne vanno e vengono altri”. Un atteggiamento davvero brutto. Siamo stati anche a Palermo: ed anche lì la gente mi è piaciuta. Palermo è molto attiva, molto viva è anche molto diversa. Ma non abbiamo avuto problemi con le persone. Davvero brutto
D – Tralasciando questa esperienza negativa, però voi avete fatto le prime seconde 7 settimane qui e poi siete andati via. E poi avete deciso di tornare qui. Ecco, cosa vi ha spinti a questa decisione adesso più ragionata?
V – Che posso dirti – dice sorridendo – ci siamo innamorati di questo posto. C’è un gruppo che si chiama “Innamorati di Donnalucata” e capiamo bene perché esiste questo gruppo 🙂
T – In effetti la seconda volta l’idea era di stare 4 mesi. Ma poi in quel periodo, l’intero mondo cadde sotto il Covid e per noi il problema era capire cosa fare. Era il 2020, leggevamo le notizie e dovevamo decidere. La nostra analisi fu che in questo villaggio che è Donnalucata, noi vivevamo bene, eravamo al sicuro (anche in termini di Covid, ndr), c’era la possibilità di vivere con ‘la distanza”. E così abbiamo deciso di ‘rimanere a casa” con tutti i Siciliani.
V – Sì, avevamo la casa fino a Febbraio ma siamo rimasti oltre. Eravamo arrivati a Novembre 2019. Volendo potevamo rientrare in Finlandia perché all’inizio per gli stranieri era possibile rientrare nel proprio Paese. Ma le cose cambiavano in continuazione. Muoversi era difficile, poteva essere rischioso per noi e per gli altri. Ed alla fine abbiamo deciso di rimanere senza problemi. Qui ci trovavamo bene e certamente non saremmo morti di fame: qui è tutto vicino e se non avessimo trovato da mangiare nei negozi, saremmo sempre potuti andare nelle campagne a cercarlo – dice ridendo Virginie. Siamo rimasti a casa. La Sicilia si è aperta il 4 di maggio (2020) e noi l’8 siamo ripartiti.
D – Ma quando voi avete deciso di ritornare in Italia e poi avete scelto la Sicilia e Donnalucata, lo avete fatto per il clima freddo della Finlandia o anche, per così dire, l’emozione di questo posto?
T – In effetti molto è stato per il clima. Ho fatto più di 60 inverni in Finlandia e… basta più!
D – E’ freddo?
T – E’ molto freddo, specialmente Gennaio e Febbraio. Ma poi tra Novembre e Gennaio è molto scuro, piove molto ed è profondamente deprimente. Non è certamente come qui. Qui può essere anche freddino, c’è molto vento ma c’è il Sole: ed è totalmente differente.
V – Noi viviamo nel Sud della Finlandia. E in inverno la luce del giorno è solo per 5 ore, dalle 10 alle 3 (le 15.00, ndr). Praticamente la mattina quando vai a lavorare è buio, quando rientri è buio. E parliamo di luce, non di sole. Quando quelle volte c’è il sole, non è nel cielo, ma è pallido basso all’orizzonte. Appena abbiamo avuto la possibilità di cambiare anche con un lavoro da poter fare da casa, i bambini erano cresciuti, abbiamo detto che dovevamo provare. Il primo anno abbiamo fatto due mesi in Francia, poi un po’ di più. Alla fine abbiamo deciso di venire qui per 4 mesi ma alla fine il Covid ha deciso di farcene fare 6. E ci siamo detti “Ma allora anche 6 si possono fare senza problemi”
(Secondo l’Isituto Metereologico Finlandese – https://en.ilmatieteenlaitos.fi/seasons-in-finland – l’inverno in Finlandia comincia ad ottobre e dura, secondo le regioni, da 100 a 200 giorni. Nel 1999 registrò la temperatura record di -51,5°C. La neve che cade misura da 20 a 90 cm, il ghiaccio solidifica da Novembre ad Aprile. Al nord della Finlandia, la ‘notte polare’ dura 51 giorni mentre al Sud la luce diurna è per non più di 6 ore.)
“La gente è fiera del posto in cui vive”
D – Quindi ciò che vi ha attirato delle nostre parti, è stato il clima ed anche la tranquillità.
V – Sì. Ed anche un ritmo di vita…normale. Qui la gente quando cammina, cammina normale, non cammina veloce. In Francia, in Finlandia quando la gente gente cammina, corre. Qui si fa la spesa tutti i giorni, cioè con calma. E c’è anche un’altra cosa che penso sia non solo della Sicilia ma di tutta Italia, cioè che la gente è fiera del posto in cui vive. Molto spesso quando chiedi, esempio, del mangiare, ti rispondono ‘qui facciamo il salame, che è il migliore d’Italia”, “il nostro olio è il migliore d’Italia”.
D – Sì. Forse è l’orgoglio che ancora però si trova nei piccoli paesi perché forse nelle città ormai un po’ si è perso. Ma allora adesso parliamo delle cose ‘brutte’, di cose di cui magari noi nella nostra abitudine quotidiana non ci rendiamo conto ma che magari chi viene da fuori nota più facilmente. Secondo voi, se poteste dare uno o più suggerimenti su quello che si può cambiare, cosa direste?
T – Una delle prime cose è, come si dice in italiano, i rifiuti..
D – Ah, la gestione dei rifiuti
T – No, no. La gestione va bene, in città (e indica verso Donnalucata) va bene. Ma quando guardo lungo le strade vedo che è tutto diverso..
D – Beh, li è la gestione dei singoli, della ‘gente’ che lascia rifiuti in giro..
T – Sì, penso la gente trova più facile buttare l’immondizia lungo le strade, nelle campagne. O anche le semplici sigarette per terra.
D – Questo però è strano rispetto all’orgoglio di cui si parlava prima. C’è l’orgoglio del salame ma non l’orgoglio di avere un territorio rispettato e pulito..
V – Forse è un problema più generale e comune, sai. Penso ad esempio che i pescatori, per esempio, possono lasciare le reti in mare, come c’è gente che lascia l’immondizia in giro anche se c’è chi fa la raccolta differenziata, la fa davvero bene. Noi in Finlandia viviamo in una zona di campagna, ed io nella foresta ho visto che chi lascia più rifiuti sono proprio gli agricoltori, coloro che ci vivono in quei posti. Ed io non capisco: tu lavori la tua terra ma lasci tutto in giro. E’ un po’ la stessa cosa qua. Però devo dire che ci sono posti molto peggiori. Se devo dare un giudizio, la parte più brutta che abbiamo visto è dalle parti di Floridia: la situazione è pessima.
T – La Sicilia è bellissima con la sua Natura. Purtroppo questo modo di fare è dannoso.
Elevare la qualità dell’offerta turistica
D – Accanto ai rifiuti, cos’altro avete notato?
V – Se penso specificamente al turismo, ritengo sia importante per avere più turisti di elevare il livello degli appartamenti da affittare. Veramente, per una persona dell’Europa del Nord, il livello qui è troppo basso.
D – Una nota interessante. Possiamo andare più nel dettaglio?
V – Sono troppo semplici, l’arredamento è poco curato. Forse la gente qui pensa che bisogna affittare solo per l’estate e pensano allora solo a fare le cose per l’estate. Allora la gente che come noi che vuole affittare per un periodo più lungo, non vuole, esempio, una mini cucina con un solo forno a microonde e basta. Nella ricerca della casa per noi, io cercavo almeno due stanze, per poter lavorare in due ambienti diversi, cercavo una vera cucina e il riscaldamento. E con questi parametri, la scelta si è ristretta immediatamente. Ho visto tanti appartamenti con l’arredamento della nonna, cosa che non attira.
D – Sì, forse il problema è che negli anni d’oro di questa zona, quando l’agricoltura portò tanta ricchezza, ci fu un boom edilizio. Così adesso ci sono molte seconde case, anche terze. Queste seconde case adesso sono diventate ‘turistiche’ ma manca ancora fortemente la professionalità per organizzare e gestire questo settore. Però è anche vero che ci sono state tante ristrutturazioni di qualità ed oggi non mancano offerte davvero “al top”, come si dice.
V – Ma non è solo qui comunque. Noi abbiamo girato molto la Sicilia. E se si cerca un certo livello di servizio, non è facile da trovare. La mia esperienza qui è che dopo aver trovato il primo appartamento a Donnalucata, in cui ci siamo trovati molto bene e siamo tornati per due anni, poi ho ho cominciato a cercare uno che fosse più vicino alle nostre esigenze. Ed alla fine abbiamo trovato questo dove siamo venuti per due anni consecutivi che è davvero bello e molto funzionale per noi
D – Quindi il prossimo anno tornerete?
V – Sì, forse
D – Insomma, passare l’inverno qui è una idea che avete
V – Certo, passare l’inverno almeno fuori dalla Finlandia – ride Virginie. Sai, devo dirti che questa (cioè la vita a Donnalucata, ndr) per noi non è una vacanza: questa per noi è la vita “normale”. Ecco perché tra l’estate in Finlandia e l’inverno a Donnalucata, noi facciamo le “vacanze”. Siamo stati in Thailandia e quella per noi è stata la vacanza.
T – Anche quando scendiamo dalla Finlandia lo facciamo molto lentamente e visitiamo l’intera Italia.
D – Tra l’altro voi avete due macchine, cioè venite dalla Finlandia con due macchine
V – E certo. Io ho la mia macchina e non avrebbe senso lasciarla in Finlandia mentre io vivo qui 🙂
D – Chiudiamo questa nostra chiacchierata con questo fatto che ha portato la Finlandia agli onori della cronaca Siciliana. La lettera di questa signora finlandese che dopo due mesi ha detto che la scuola per i figli in Italia non le piaceva ed è andata via con la famiglia. Voi avete letto questa lettera?
V – Io no, non ho letto la lettera ma ho letto tutti i commenti dopo. In Finlandia ha creato molta discussione. Anche nei giornali nazionali in Finlandia se ne è parlato
D – E cosa hanno detto i finlandesi di questa storia?
T – Non sono stati felici
V – C’è stata un po’ di vergogna
T – L’idea è che in ogni luogo quando viaggi ci può essere il buono ed il cattivo. Così devi accettare ciò che trovi ed essere costruttivo
D – E voi personalmente come l’avete vissuta questa faccenda?
V – C’è un gruppo su FB, un gruppo di finlandesi in Italia ed i commenti su questo fatto erano chilometrici. Soprattutto l’idea era che si, è vero, che ci sono problemi con la scuola in Italia, ma quello non era stato il modo di criticare. D’altra parte, se è vero che ci sono cose che non ci piacciano, noi non siamo italiani che devono rimanere qui. Devo dire che tra i finlandesi che hanno commentato c’era gente arrabbiata per come erano andate le cose. Io per esempio sono Francese: bene, se non fossi stata contenta della Finlandia, avrei preso i bambini e sarei tornata in Francia.
D – Insomma, se non era soddisfatta poteva andare via e non fare polemica
V – Sì, non è quello il modo di risolvere il problema. Se si era accorta che il professore non parlava bene inglese (nella lettera la signora indicava che suo figlio parlava inglese meglio del suo professore, ndr), poteva andare a parlare col preside. E’ sbagliato fare le cose alle spalle: non parlare con le persone interessate, questa è una cosa che non capisco. Diciamo che ha parlato troppo ed in un modo che non ha aiutato nessuno.
D – Il sistema scolastico finlandese passa per essere uno dei migliori del mondo
V – Sì, non importa dire se è il migliore oppure no, ma è certamente tra i migliori del mondo. Dove c’è un rapporto tra professori e studenti ottimo. Un sistema che ha sorpreso anche me, come francese in Finlandia. Ma c’è da dire che se la scuola in Finlandia è considerata tra le migliori, bisogna allora pensare che si saranno altri 160 Stati nel mondo in cui il sistema scolastico può essere peggiore. Io mi ricordo nei primi tempi (in Finlandia, ndr) quando in un giornale francese ho letto che 5ml di studenti cominciavano la scuola min Francia, ho capito che il Ministero dell’Educazione francese è praticamente grande come tutta l’amministrazione finlandese! Quindi in Francia o in Italia possiamo dire che i “problemi” se ci sono, sono 10 o anche 15 più grandi che in Finlandia. Anche se però devo dire che in Finlandia tutto funziona bene, dalla scuola, alla sanità, ai trasporti.
D – Diciamo che essendo piccola funziona meglio
V – Sì, è un Paese piccolo. Ma è ricco, molto tecnico. Ed è molto moderno perché non ha i millenni di storia di altri Paesi, cosa che invece trovi esempio qui in Italia.
D – Bene, grazie di questa chiacchierata. E poi dobbiamo finire perché il vostro cane ci guarda in silenzio e sembra dire: “Aho, ragazzi, io generalmente alle 7 mangio e voi state ancora lì a chiacchierare” 🙂
V – Si – ride Virginie. Lei alle 7 (le 19,00, ndr) puntuale vuole mangiare 🙂
Maurizio – Allora grazie ancora e buona permanenza e buon appetito a lei 🙂